Dichiarazione di Madrid sulla privacy

La Dichiarazione di Madrid sulla privacy è un documento importante, che riafferma gli strumenti internazionali per la tutela della privacy, individua nuove sfide, e raccomanda azioni specifiche.

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Dichiarazione di Madrid sulla privacy
Norme globali sulla privacy per un mondo globale
3 novembre 2009

Affermando che la privacy è un diritto umano fondamentale enunciato nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il Patto internazionale sui diritti civili e politici, e di altri strumenti sui diritti umani e le costituzioni nazionali;

Ricordando ai paesi membri dell’Unione europea l’obbligo di far rispettare le disposizioni della direttiva sulla protezione dei dati del 1995 e del 2002 direttiva sulle comunicazioni elettroniche;

Ricordando agli altri paesi membri dell’OCSE, l’obbligo di rispettare i principi stabiliti nel 1980 Linee guida dell’OCSE sulla privacy;

Ricordando a tutti i paesi i loro obblighi per la salvaguardia dei diritti civili dei propri cittadini e residenti secondo le norme delle loro costituzioni e legislazioni nazionali, nonché internazionali sui diritti umani;

Anticipando l’entrata in vigore delle disposizioni intese a rafforzare il diritto costituzionale alla privacy e alla protezione dei dati nell’Unione europea;

Prendendo atto con preoccupazione del drammatico ed inspiegabile incremento di sorveglianza segreta, così come la crescente collaborazione tra i governi e fornitori di tecnologie di sorveglianza che creare nuove forme di controllo sociale;

Osservando, inoltre, che le nuove strategie che perseguono la violazione del diritto d’autore e lo scambio di contenuti illegali rappresentano minacce che incombono sulla riservatezza delle comunicazioni, la libertà intellettuale, e la procedura prevista dalla legge;

Osservando, inoltre, il consolidamento crescente di servizi basati su Internet, e il fatto che alcune società stanno acquistando grandi quantità di dati personali senza il controllo indipendente;

Avvertendo che le leggi e le istituzioni a tutela della privacy non sono riuscite a tenere pienamente conto delle nuove pratiche di sorveglianza, tra cui “tracciamento comportamentale”, le banche dati del DNA e di altri identificatori biometrici, la fusione dei dati tra i settori pubblico e privato, nonché i rischi particolari per i gruppi vulnerabili, compreso i bambini, i migranti e le minoranze;

Avvertendo che la mancata tutela della privacy mette in pericolo le relative libertà, compresa la libertà di espressione, libertà di riunione, la libertà di accesso alle informazioni, la non discriminazione, e in ultima analisi, la stabilità delle democrazie costituzionali;

La società civile coglie l’occasione della 31a riunione annuale della Conferenza Internazionale sulla Privacy e la protezione dei dati per:

(1) Confermare il sostegno ad un quadro globale di Pratiche Informative Eque, che prevedano obblighi per coloro che raccolgono e trattano dati personali e concedano diritti a chi fornisce quelle informazioni personali;

(2) Confermare il sostegno per le autorità indipendenti di protezione dei dati, nel prendere decisioni, nel contesto di un quadro giuridico, in modo trasparente e senza vantaggi commerciali o influenze politiche;

(3) Ribadire il sostegno a reali Tecniche di Rafforzamento della Privacy che riducano al minimo o eliminino la raccolta di dati personali e per le Valutazioni d’Impatto sulla Privacy che impongano il rispetto delle norme sulla privacy;

(4) Sollecitare i paesi che non hanno ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa 108 e il Protocollo del 2001 a farlo il più rapidamente possibile;

(5) Sollecitare i paesi che non hanno ancora stabilito un quadro generale per la tutela della privacy ed una autorità indipendente di protezione dei dati a farlo il più rapidamente possibile;

(6) Sollecitare i paesi che hanno istituito quadri normativi per la tutela della privacy al fine di garantirne l’effettiva attuazione ed esecuzione, e di cooperare a livello internazionale e regionale;

(7) Sollecitare i paesi al fine di garantire che gli individui siano tempestivamente informati quando le loro informazioni personali vengono indebitamente divulgate o utilizzate in modo incompatibile con la loro collezione;

(8) Raccomandare una completa ricerca circa l’adeguatezza delle tecniche di de-indentificazione dei dati per stabilire se, in pratica, tali metodi salvaguardino correttamente la privacy e l’anonimato;

(9) Richiamare ad una moratoria che porti lo sviluppo o la realizzazione di nuovi sistemi di sorveglianza di massa, tra cui il riconoscimento facciale, la scansione grafica di tutto il corpo, l’utilizzo degli identificatori biometrici, e l’uso di segnalatori embedded RFID, ad una valutazione completa e trasparente da parte delle autorità indipendenti e al dibattito democratico; e

(10) Invitare a presentare l’istituzione di un nuovo quadro internazionale per la tutela della privacy, con la piena partecipazione della società civile, che si basi sullo Stato di diritto, del rispetto dei diritti umani fondamentali, e di sostegno alle istituzioni democratiche.

3 novembre 2009
Madrid, Spagna